domenica 4 novembre 2018

Alberto AQUILANI


GIULIO SALA, “HURRÀ JUVENTUS” DEL SETTEMBRE 2010
«Sarà un anno decisivo». Alberto Aquilani ha il dono della sintesi e con quattro semplici parole spiega nel modo migliore quanto sia importante la nuova stagione. Per la Juventus, certo, chiamata a tornare tale, ma anche per se stesso. Perché Alberto, in bianconero, ha l’occasione di ricordare a tutti quanto sia preziosa la sua classe e quanto sia folle per il calcio italiano lasciare che giocatori del suo calibro emigrino. La scorsa estate, in effetti, il suo passaggio dalla Roma al Liverpool era suonato quasi come una resa del nostro movimento di fronte allo strapotere delle sterline inglesi. Ora, il suo ritorno nel Bel Paese ha il sapore del riscatto.
Grazie alla Juve, che continua a credere nei talenti italiani, e a Marotta e Paratici, che lo hanno regalato ai tifosi bianconeri con una mossa astuta e repentina: prestito gratuito con diritto di riscatto fissato a 16 milioni di Euro. Un “colpo” che merita di essere celebrato quanto quello che portò Cassano alla Sampdoria e che aggiunge tonnellate di qualità alla rosa di Delneri. Aquilani è un centrocampista completo: sa impostare il gioco, è utilissimo in fase di copertura, ha un tiro al fulmicotone e l’intelligenza tattica per inserirsi quando occorre.
Sa fare tutto, insomma, e fa tutto dannatamente bene. Ricordate la “rabona” con cui illuminò San Siro? Era il 27 febbraio 2007, si giocava Milan-Roma. Terminò 2-1 per i giallorossi e il secondo gol, siglato da Totti, nacque proprio dalla magia di Alberto: un capolavoro di tecnica, di fantasia e di efficacia, che spiega perfettamente quanto sia straordinario il suo potenziale. Un potenziale che Alberto forse non ha ancora potuto esprimere in pieno, complici gli infortuni che lo hanno tartassato negli ultimi anni. Problemi superati assicura: «Io sto benissimo. Gli infortuni che ho avuto in passato fanno purtroppo parte del gioco del calcio, c’è chi ne ha di più, chi di meno».
Non c’è motivo di dubitarne, visto che anche lo scorso anno a Liverpool, dopo un inizio di stagione travagliato da un problema alla caviglia, Alberto si è imposto come uno dei beniamini di Anfield Road, tanto da meritarsi una standing ovation, quando venne sostituito nella sua prima partita da titolare. Ora è atteso dall’esigente pubblico dell’Olimpico, che anche grazie al suo arrivo, si aspetta una Juve vincente: «Questa squadra ha voglia di far bene – assicura Aquilani – c’è un gruppo di ragazzi giovani che è qui per dare il massimo. Vedo tanto entusiasmo nell’ambiente, che ha cambiato molto sia a livello di squadra che in società».
Le fortune della Juve e quelle di Alberto saranno legate a doppio filo: affermarsi in bianconero vorrebbe dire, con ogni probabilità, ritrovare quella Nazionale di cui sembrava essere diventato un punto fermo imprescindibile, dopo aver preso parte all’Europeo del 2008 e aver siglato una preziosa doppietta al Montenegro nella sfida valida per le qualificazioni al Mondiale sudafricano: «La maglia azzurra è un traguardo a cui tutti pensano – conferma Alberto – e ovviamente il fatto di giocare in Italia dà più visibilità, ma il mio primo obiettivo è rimettermi in gioco con la Juve e fare bene in questa squadra».
Entusiasta, ma realista. Aquilani per ora non fa proclami roboanti, ma ha la consapevolezza che, anche grazie a lui, il futuro potrà colorarsi di bianconero: «Non è giusto parlare di scudetto, dobbiamo avere la possibilità di lavorare, ma le basi ci sono. Penso che l’Inter abbia qualcosa in più delle altre, ha grandi calciatori e un gruppo affiatato, noi, la Roma e il Milan siamo dietro, ma pronti ad avvicinarci il più possibile».
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Avendo disputato due partite del preliminare di Europa League con i Reds, non può essere utilizzato in questa competizione. Fa il suo esordio con la casacca numero 14, il 12 settembre, nella partita pareggiata 3-3 con la Sampdoria. Segna la sua prima rete il 17 ottobre, in casa contro il Lecce (4-0) su assist di Marchisio. Si ripete il 16 gennaio nella gara casalinga col Bari segnando il gol decisivo del 2-1 finale. Fidanzato con la bellissima attrice Michela Quattrociocche, vede nascere proprio in riva al Po la figlia Aurora. «Non pensavo di provare un’emozione così. Sono felicissimo di essere diventato papà e di averlo fatto così da giovane».
Aurora rimarrà l’unica gioia del periodo juventino. Infatti, termina la stagione con 34 presenze e 2 gol, lasciando l’impressione che avrebbe potuto dare di più dal punto di vista caratteriale. Dopo un buon inizio, si lascia trascinare dalle cattive prestazioni della squadra, non riuscendo a emergere come la sua classe gli avrebbe dovuto consentire.
La Juventus, alla luce di tutto ciò, complice l’acquisto di Andrea Pirlo e il poco spazio che avrebbe trovato in squadra, non esercita il diritto di riscatto: «Torno a Liverpool con grande entusiasmo, non ho nessun problema. Non è vero che non volevo tornare in Inghilterra. Alla Juventus siamo partiti bene, forse c’era troppa attesa intorno alla squadra, poi comunque sono venuti fuori i nostri limiti. Delneri ha pagato per tutti, ma non ha colpe particolari».

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